Molti pensano che se i pedoni e i ciclisti fossero più attenti e prudenti, verrebbero investiti di meno. In realtà studi e statistiche dimostrano che è il contrario: più gli automobilisti stanno attenti, e minori sono le probabilità di investimento di pedoni e ciclisti.
Dipende da due semplici fenomeni opposti:
- Sulle strade poco frequentate da pedoni e ciclisti, gli automobilisti spesso guidano alla massima velocità possibile, compatibilmente col traffico, e i rari pedoni e ciclisti hanno una maggiore probabilità di essere investiti, per di più con conseguenze mortali;
- Sulle strade molto frequentate da pedoni e ciclisti gli automobilisti sono costretti a stare più attenti e a guidare con maggiore prudenza, riducendo le probabilità di investire persone a piedi o in bici.
Secondo Tom Vanderbilt nel suo libro ‘Traffic – Why We Drive the Way we do’, New York è la città americana con il più alto numero di pedoni investiti, in termini di numero assoluto. Ma ha anche la percentuale più bassa di investimenti pro-capite, perché, particolarmente a Manhattan, è altissimo in numero di pedoni in circolazione rispetto alle automobili. Il libro riporta anche il fondamentale studio di Peter Jacobsen ‘Safety in numbers: more walkers and bicyclists, safer walking and bicycling’.
Secondo lo studio Safety in numbers: More walkers and bicyclists, safer walking and bicycling di Peter Jacobsen il rapporto fra numero di pedoni e ciclisti in circolazione e numero di incidenti che li coinvolgono non è lineare: all’aumentare di persone a piedi e in bici c’è un aumento di incidenti ma diminuisce la probabilità pro-capite. Ovvero il singolo pedone o ciclista si muove con maggiore sicurezza.
Infatti lo studio dice:
Le probabilità che una data persona che cammina o pedala sia investita da un automobilista è inversamente proporzionale a quante persone camminano o pedalano. Questo è un fenomeno costante che si verifica trasversalmente in diverse comunità, in diverse strade, quartieri, città e paesi, e anche nei diversi periodi storici.
Poiché è improbabile che pedoni e ciclisti diventino più prudenti quando aumentano di numero, questo indica che è il comportamento degli automobilisti che influenza le probabilità di scontro con persone che camminano o pedalano. Dallo studio appare che gli automobilisti modificano il loro comportamento in presenza di pedoni e ciclisti.
Conclusione: è meno probabile che un automobilista investa pedoni e ciclisti sulle strade dove molte persone camminano o pedalano. Le politiche che incoraggiano l’uso della bici e andare a piedi appaiono molto efficaci per migliiorare la sicurezza delle persone che camminano e vanno in bicicletta per spostarsi in ambito urbano.
Per chi ha la tendenza a mettere tutti gli utenti della strada sullo stesso piano, invece occorre sottolineare che bisogna distinguere fra chi guida veicoi a motore e chi va a piedi o in bici: esattamente come un martello amplifica la potenza del braccio, i mezzi a motore sono amplificatori del pericolo.
Nel primo caso il comportamento personale ha un grosso impatto potenziale sia a livello individuale sia a livello collettivo: un automobilista che va a 50 km/h nelle strade di un centro storico affollato di cittadini può mettere in pericolo centinaia di persone, e il rischio di incidente è multiplo.
Nel caso di pedoni e ciclisti una maggiore prudenza può ovviamente ridurre le probabilità di incidente a livello personale (il pedone che evita di attraversare la strada quando vede auto in arrivo anche se magari ne avrebbe diritto, evita un potenziale incidente), ma questa ha un impatto modesto a livello generale (un pedone non può mettere in pericolo decine di automobilisti, mentre al contrario un singolo automobilista può mettere in pericolo decine di pedoni in pochi minuti).
Qui è possibile leggere e scaricare lo studio Safety in numbers: more walkers and bicyclists, safer
walking and bicycling di Peter Jacobsen.
Se il link non funziona, è possibile leggerlo e scaricarlo anche qui: