In questo recente editoriale, Quattroruote esprime preoccupazione per il futuro della mobilità privata nelle aree urbane. Le automobili sono diventate troppo ingombranti per muoversi agevolmente in città, e quindi il loro ruolo verrà ridimensionato.
Ma c’è il solito errore logico: la mobilità privata non è solo l’automobile privata.
Anche la bicicletta è un mezzo di trasporto privato, come il vituperato monopattino elettrico, mentre il car sharing e i taxi, che funzionano con le automobili, sono trasporti pubblici. E, se vogliamo, anche andare a piedi è mobilità privata, con eccellenti vantaggi per salute e benessere in percorsi complessivi fra i cinque e i dieci km al giorno.
E nell’elenco dei mezzi di mobilità privata per muoversi in ambito urbano possiamo aggiungere anche i piccoli mezzi elettrici per i disabili, mezzi che traggono grande vantaggio da ampi marciapiedi e una buona rete di piste ciclabili. Mezzi che invece sono grandemente penalizzati da auto private parcheggiate sui marciapiedi, sugli scivoli per disabili, sulle piste ciclabili, oppure vengono guidate aggressivamente sulle strade anche quando c’è il limite a 30 o a 20 proprio per facilitare l’uso delle biciclette e dei mezzi per disabili.
Errore, svista, propaganda o incompetenza? O forse visione a tunnel. Non lo sapremo mai. ◆
Qui un altro editoriale di Quattroruote, con la stessa falla logica, anzi due: L’articolo piagnone di Quattroruote, con due importanti falle logiche